Luca Catalano, CEO di CVE, illustra le caratteristiche distintive che rendono unico il marchio NPAW, rappresentato in Italia da CVE.
“I punti da sottolineare sono diversi”, dice Luca: a partire da una grande esperienza nell’analisi lato client, con un focus specifico sulle analisi della Qualità dell’Esperienza (QoE) e sulle soluzioni adottate per il monitoraggio della QoE.
L’innovazione nell’analisi lato client è basata su AI, con strumenti avanzati come NaLa Sentinel, che offre monitoraggio continuo 24/7, attiva alert intelligenti e contribuisce al miglioramento dell’efficienza operativa.
Il posizionamento end-to-end (E2E) di NPAW si estende all’analisi di rete grazie alle Device e Network Probes. Integrando queste soluzioni con l’analisi QoE, i clienti possono monitorare l’intera catena E2E, dai HeadEnd agli spettatori, considerando sia la QoS che la QoE.
La soluzione di bilanciamento CDN di NPAW consente ai clienti con infrastrutture multi-CDN di ottimizzare ulteriormente la QoE e ridurre i costi.
Molti di questi tratti distintivi sono ampliati in un White Paper “Come trasformare i dati in insight utili per proteggere e incrementare i guadagni della piattaforma”, che potete richiedere a NPAW e che noi abbiamo sintetizzato di seguito”.
Introduzione
Nel competitivo mercato dello streaming video, è fondamentale mantenere una base utenti soddisfatta e in crescita per garantire la crescita dei ricavi.
Le piattaforme devono evitare di deludere gli utenti e di perdere opportunità di monetizzazione, come l’ottimizzazione degli spazi pubblicitari.
Per raggiungere questi obiettivi, è necessario raccogliere e analizzare dati sul comportamento degli utenti, sulla qualità dell’esperienza, sulle prestazioni dell’app e sul customer journey.
Queste informazioni forniscono una chiara visione della soddisfazione e dell’engagement del pubblico, identificando aree di miglioramento lungo la catena di distribuzione del servizio e contribuendo a sostenere e incrementare i ricavi.
In questo white paper, analizziamo lo stato attuale della generazione di ricavi OTT e spieghiamo come i servizi possano trasformare i dati in insight strategici per proteggere e migliorare i guadagni della piattaforma.
Lo stato della generazione di ricavi OTT
Negli ultimi anni, il panorama dei servizi media OTT ha subito una notevole diversificazione. Queste piattaforme direct-to-consumer si sono progressivamente allontanate dai modelli di trasmissione tradizionali per entrare al centro della nostra quotidianità, dai televisori di casa ai dispositivi mobili. Le strategie adottate dalle piattaforme OTT per monetizzare i contenuti e generare ricavi si sono evolute significativamente, con molte realtà che affinano costantemente il proprio approccio per attrarre abbonati e massimizzare i profitti.
Oggi, i principali modelli di monetizzazione OTT sono:
Modelli basati su abbonamento
Il principale flusso di ricavi fino ad oggi. Gli utenti pagano una tariffa periodica per accedere senza restrizioni all’intero catalogo di contenuti della piattaforma di streaming.
Modelli basati sulla pubblicità
La nuova frontiera della monetizzazione. Gli utenti fruiscono gratuitamente o a costo ridotto dei contenuti, con interruzioni pubblicitarie. Questo modello comprende i canali FAST (Free Ad-Supported Streaming TV), sempre più diffusi.
Modello Freemium
Un approccio ibrido. Un mix di contenuti gratuiti e premium: il catalogo di base è accessibile senza costi, spesso con inserzioni pubblicitarie, mentre per sbloccare funzionalità avanzate o accedere all’intera libreria è necessaria un’iscrizione a pagamento.
Transactional Video on Demand (TVOD)
La formula pay-per-view. Gli utenti possono noleggiare o acquistare singoli contenuti, come film o serie, pagando solo per i titoli di loro interesse. Spesso, questa opzione si affianca agli abbonamenti o ai servizi supportati da pubblicità.
Content Bundling
Aggregazione di servizi. Più piattaforme di streaming o pacchetti di contenuti vengono proposti a un prezzo complessivo scontato rispetto all’acquisto singolo di ciascun servizio. Questo modello include anche la rivendita di abbonamenti ad altre piattaforme sotto forma di canali aggiuntivi.
L’ascesa dei modelli supportati dalla pubblicità
Con l’aumento della fatica da abbonamento e la crisi del costo della vita, molte aziende basate su modelli in abbonamento stanno adottando nuove strategie di monetizzazione, puntando sull’introduzione della pubblicità.
Secondo il report NPAW, il 76% dei servizi in abbonamento prevede di aggiungere inserzioni pubblicitarie entro il 2025, con il 59% che si orienta verso un modello ibrido, che combina un’esperienza senza pubblicità con un servizio supportato dagli annunci.
Questa convergenza tra la domanda di soluzioni più accessibili e la necessità di diversificare le fonti di ricavo consente ai servizi di soddisfare gli utenti che preferiscono un’esperienza senza interruzioni, mentre intercettano consumatori sensibili al prezzo disposti a visualizzare annunci in cambio di costi inferiori. Tale approccio amplia la base utenti e contribuisce a garantire un modello di business più sostenibile per le piattaforme di streaming.
Un rinnovato focus su engagement, soddisfazione e fidelizzazione
Le nuove opportunità di crescita degli utenti si presentano in un contesto in cui l’industria si concentra sempre più sull’engagement e sulla soddisfazione del pubblico, anziché sulla semplice acquisizione di nuovi abbonati. Questa logica è legata all’efficacia degli annunci, che richiedono utenti attivamente coinvolti per generare impression. Maggiore è il tempo di visione dei contenuti, maggiori sono le opportunità pubblicitarie, aumentando così le impression complessive. Inoltre, un pubblico soddisfatto risponde meglio alla pubblicità, migliorando i tassi di conversione per gli inserzionisti.
Tuttavia, l’importanza di coltivare una base utenti attiva e fidelizzata va ben oltre il solo ricavo pubblicitario. Gli utenti coinvolti sono più leali, cercano attivamente i contenuti e spesso promuovono la piattaforma. La loro costante presenza riduce il tasso di abbandono (churn) e garantisce entrate stabili e prevedibili. Inoltre, questi utenti forniscono feedback preziosi, contribuendo all’ottimizzazione della strategia di contenuti e allo sviluppo del prodotto.
Le principali sfide per i ricavi OTT
La sfida principale è trovare il giusto equilibrio tra la crescita dei ricavi e la soddisfazione degli utenti. I servizi OTT devono garantire che il contenuto rimanga il fulcro dell’offerta e che l’esperienza di visione sia fluida, senza perdere nessuna opportunità di monetizzazione.
Il principale ostacolo ai ricavi è il tasso di abbandono degli utenti (churn). Tuttavia, esistono anche altri fattori che possono influenzare negativamente le entrate di una piattaforma. Le principali cause di perdita di ricavi includono:
1. Scarsa qualità dell’esperienza
Niente allontana gli utenti più rapidamente di una qualità di riproduzione insufficiente. Buffering frequente, crash e bassa risoluzione compromettono l’esperienza di visione. Per evitare che gli utenti si spostino su piattaforme concorrenti, è essenziale offrire uno streaming senza interruzioni e garantire il corretto funzionamento dell’applicazione video.
2. Mancanza di contenuti rilevanti
La pertinenza dei contenuti è cruciale. Gli utenti rimangono fedeli quando trovano una selezione continua di film, serie e programmi in linea con i loro interessi. La mancanza di contenuti adeguati riduce l’engagement e aumenta il churn, limitando anche le entrate pubblicitarie a causa del minor numero di visualizzazioni.
3. Interfaccia utente inefficace e difficoltà nella scoperta dei contenuti
Anche la migliore offerta di contenuti può essere compromessa da un’interfaccia poco intuitiva. Se gli utenti trovano difficile navigare o scoprire nuovi contenuti, la frustrazione può portarli rapidamente ad abbandonare la piattaforma. Un’interfaccia coinvolgente e facile da usare è essenziale per mantenere gli utenti attivi.
4. Opportunità pubblicitarie mancate
I modelli di ricavo basati sulla pubblicità dipendono da una distribuzione strategica e senza intoppi degli annunci. Qualsiasi problema tecnico che impedisca la corretta visualizzazione di un’inserzione rappresenta un’occasione di guadagno persa. Inoltre, una segmentazione inefficace degli annunci porta a una bassa interazione, riducendo il valore per gli inserzionisti.
5. Assistenza clienti lenta e inefficace
Quando un utente segnala un problema, l’ultima cosa che un servizio OTT dovrebbe fare è dimostrarsi impreparato o impiegare troppo tempo per risolverlo. Un cliente già insoddisfatto troverà più semplice abbandonare la piattaforma.
6. Marketing inefficace e non mirato
Comprendere il ciclo di vita degli utenti e i loro interessi è essenziale per creare campagne di marketing efficaci. Strategie di marketing personalizzate possono favorire l’upselling e migliorare la fidelizzazione. Un approccio inefficace, invece, può tradursi in opportunità mancate per proteggere e aumentare i ricavi.
7. Pirateria e condivisione non autorizzata degli account
L’accesso non autorizzato ai contenuti è una delle principali cause di perdita di ricavi. Per questo, alcuni dei maggiori operatori del settore stanno adottando misure contro la condivisione degli account e implementando tecnologie per bloccare lo streaming non autorizzato.
Sfruttare il potenziale dei dati OTT per proteggere i ricavi
Come possono le piattaforme OTT affrontare queste sfide? Il passo più importante è sfruttare appieno la grande quantità di dati degli utenti finali a loro disposizione. Il settore del video online sta integrando sempre più strategie basate sui dati, avvicinandosi a settori come l’e-commerce, dove l’uso dei dati è da sempre un pilastro fondamentale delle strategie aziendali.
Analizzando i dati, i servizi OTT possono migliorare la qualità della riproduzione, orientare la produzione di contenuti, personalizzare l’esperienza utente e ottimizzare la pubblicità e le campagne di marketing, proteggendo così le proprie fonti di ricavo.
Garantire un’esperienza di alta qualità per ogni utente, in tempo reale
L’adozione di strumenti avanzati di video analytics e application analytics permette ai servizi OTT di ottenere una visione completa di tutti gli elementi che influenzano la qualità dell’esperienza (QoE) degli utenti, consentendo loro di ottimizzarla in modo mirato.
Gli strumenti di video analytics forniscono dati su aspetti tecnici come qualità del video, bitrate di streaming, buffering e interruzioni di riproduzione. Inoltre, consentono di tracciare il comportamento degli utenti, analizzando metriche come la durata della visione, i contenuti più popolari e i punti in cui gli utenti abbandonano la visione. Parallelamente, gli strumenti di application analytics monitorano l’esperienza dell’utente con l’app di streaming, analizzando tempi di caricamento delle pagine, rapidità di avvio dei video e frequenza di crash o blocchi dell’app.
Sfruttando questi strumenti analitici, i servizi OTT possono identificare e risolvere problemi tecnici che compromettono la QoE, come tempi di caricamento lenti, buffering o qualità video insufficiente. Le segnalazioni vengono visualizzate su dashboard o generate tramite alert di rilevamento anomalie, consentendo un intervento tempestivo prima che gli utenti ne risentano. Le metriche chiave della QoE possono inoltre essere filtrate per area geografica, dispositivo o provider di rete, permettendo di individuare segmenti di pubblico con performance inferiori e di intervenire di conseguenza.
Le piattaforme OTT possono anche implementare il multi-CDN switching basato sulla qualità. Monitorando parametri come il bitrate, un sistema di commutazione multi-CDN può passare automaticamente alla rete di distribuzione (CDN) che offre le migliori prestazioni in un dato momento. Questo approccio garantisce un’esperienza di streaming sempre ottimale, riducendo il rischio di interruzioni del servizio e garantendo la continuità della distribuzione video anche in caso di problemi con una delle CDN.
Ottimizzazione dell’acquisizione, distribuzione e scoperta dei contenuti
L’analisi dei dati OTT offre preziose informazioni che possono trasformare il modo in cui i contenuti vengono acquisiti, distribuiti e scoperti dagli utenti. Attraverso l’analisi dettagliata dei modelli di visione, delle preferenze e dei livelli di engagement, le piattaforme OTT possono prendere decisioni più mirate e in linea con le aspettative del pubblico.
Per quanto riguarda l’acquisizione di contenuti, i servizi OTT possono individuare lacune nelle loro librerie osservando i generi o i titoli più cercati che producono pochi risultati. Questo approccio basato sui dati consente strategie di acquisizione più efficaci, focalizzate sui contenuti che il pubblico sta attivamente cercando ma non riesce a trovare. Allo stesso modo, l’analisi delle preferenze degli utenti può guidare le decisioni produttive, favorendo la creazione di contenuti originali con maggiori probabilità di successo.
Nella fase di distribuzione dei contenuti, le piattaforme OTT possono analizzare le performance di ciascun titolo in specifici segmenti di pubblico. Ciò consente una gestione più efficiente delle risorse: ad esempio, un programma di successo in un determinato paese o gruppo demografico potrebbe essere promosso strategicamente in segmenti simili, aumentando le possibilità di una diffusione più ampia. Inoltre, i dati aiutano a ottimizzare le sezioni dell’app in cui vengono presentati i contenuti, migliorando la visibilità di quelli più rilevanti per ciascun utente.
La scoperta dei contenuti viene rivoluzionata grazie all’uso dei dati. Comprendendo le abitudini di visione individuali e confrontandole con le tendenze generali, le piattaforme possono creare raccomandazioni personalizzate, aumentando il tempo di permanenza degli utenti sulla piattaforma. Il continuo affinamento degli algoritmi di suggerimento basato sui dati crea un ciclo virtuoso che migliora l’engagement.
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Ottimizzazione dell’UX/UI dell’app di streaming
Analizzando il modo in cui i diversi segmenti di utenti navigano all’interno dell’app, i servizi OTT possono migliorare la navigabilità e l’interfaccia utente, offrendo un’esperienza più fluida.
Ad esempio, i dati di interazione possono evidenziare le sezioni dell’app più frequentate, permettendo ai servizi di semplificare l’accesso alle funzionalità o ai contenuti più popolari. Questo può tradursi in una migliore disposizione degli elementi dell’interfaccia, nella riduzione dei passaggi necessari per avviare un video o nella riorganizzazione dei menu in base alle priorità degli utenti. Modifiche mirate, come una maggiore visibilità delle funzioni di ricerca o un miglioramento della reattività dell’interfaccia, possono ridurre significativamente gli attriti nell’esperienza utente.
Inoltre, analizzando le tipologie di contenuti che gli utenti cercano e guardano in modo compulsivo, le piattaforme possono ottimizzare il layout dell’app per dare maggiore visibilità a contenuti simili. Ciò può includere l’uso di caroselli dinamici che si aggiornano in base ai contenuti di tendenza o ai suggerimenti personalizzati, oltre a una categorizzazione più intuitiva per facilitare la scoperta di nuovi contenuti.
Strumenti come le heatmap e l’A/B testing sono fondamentali per perfezionare l’UX/UI. Le heatmap mostrano visivamente dove gli utenti cliccano, toccano o scorrono all’interno dell’app, evidenziando le aree che necessitano di miglioramenti. L’A/B testing di diverse versioni dell’interfaccia consente invece di testare colori, layout e strutture di navigazione per determinare le soluzioni più efficaci in termini di engagement e soddisfazione dell’utente.
Miglioramento dell’esperienza pubblicitaria e massimizzazione della monetizzazione
Le piattaforme OTT devono monitorare attentamente gli errori di riproduzione degli annunci pubblicitari, che non solo riducono le opportunità di monetizzazione ma compromettono anche l’esperienza dell’utente. Identificare le cause più frequenti degli errori pubblicitari permette di risolvere in modo proattivo i problemi legati alla riproduzione degli annunci. È inoltre fondamentale analizzare le performance dei singoli annunci per individuare quelli con buffering elevato o lunghi tempi di caricamento, poiché questi aspetti incidono negativamente sull’engagement.
Oltre alla qualità della riproduzione degli annunci, i servizi OTT devono comprendere il potenziale pubblicitario del proprio catalogo analizzando la correlazione tra il consumo di contenuti e le performance degli annunci. Le piattaforme possono individuare i contenuti con il maggior numero di visualizzazioni pubblicitarie, ottimizzando il posizionamento degli annunci e gli investimenti nei contenuti più monetizzabili.
Infine, le piattaforme devono calibrare il livello di tolleranza pubblicitaria degli utenti e individuare i momenti più efficaci per l’inserimento degli annunci. Analizzando le metriche di engagement pubblicitario per demografia, dispositivo e categoria di contenuti, è possibile personalizzare l’esperienza pubblicitaria per massimizzare sia le entrate che la soddisfazione degli utenti. L’obiettivo è trovare il giusto equilibrio tra quantità, durata e posizionamento degli annunci, evitando di superare la soglia di tolleranza del pubblico.
Ottimizzazione dell’assistenza clienti
Quando gli utenti incontrano problemi tecnici, come una riproduzione video rallentata o il crash dell’app, il loro feedback si concentra spesso sui sintomi frustranti che stanno vivendo. Questi resoconti frammentati possono lasciare i team di supporto senza una chiara comprensione del problema, rendendo difficile individuarne la causa senza ulteriori dettagli tecnici. È qui che entrano in gioco i dati sulla qualità dell’esperienza (QoE) e l’analisi del comportamento degli utenti.
Grazie a informazioni precise sugli utenti finali, gli operatori del supporto clienti possono analizzare immediatamente le cause specifiche del problema. Possono andare oltre i sintomi segnalati per identificare le reali anomalie tecniche: il video si è bloccato a causa della latenza della rete o l’app è andata in crash per un bug su un determinato modello di dispositivo? Questo contesto analitico rende più chiaro il problema, consentendo un’assistenza più efficace.
Dotare il supporto di primo livello di informazioni dettagliate semplifica notevolmente il processo di risoluzione dei problemi. Molti casi possono essere gestiti direttamente, senza dover essere inoltrati ai team di ingegneria specializzati. Questo approccio accelera la risposta agli utenti, migliorando la loro esperienza e contribuendo alla fidelizzazione a lungo termine.
Dal punto di vista aziendale, i benefici di questa strategia sono significativi. Tempi di assistenza più brevi e un maggior tasso di risoluzione al primo contatto riducono le attese degli utenti e consentono ai team di supporto di gestire un numero maggiore di richieste al giorno, con un impatto diretto sulla riduzione dei costi operativi. L’efficienza complessiva migliora, rafforzando la reputazione del servizio e la sua sostenibilità economica.
Campagne di marketing più mirate ed efficaci
L’analisi dei dati comportamentali degli utenti OTT è fondamentale per mappare il ciclo di vita del cliente e comprendere i suoi interessi. Monitorando metriche come la cronologia di visione, i modelli di ricerca e le preferenze sui contenuti, le piattaforme possono personalizzare le campagne di marketing e aumentare il coinvolgimento del pubblico.
I dati comportamentali permettono di segmentare il pubblico con maggiore precisione, superando la semplice suddivisione demografica per creare profili basati sulle abitudini di visione e sulle affinità con i contenuti. Con queste informazioni, le campagne possono essere allineate ai gusti specifici degli utenti, aumentando la probabilità di successo di ogni iniziativa di marketing.
Ad esempio, se un gruppo di utenti guarda frequentemente film per famiglie, la piattaforma può indirizzare loro una campagna dedicata al lancio di una nuova serie adatta a quel pubblico. Questo tipo di messaggi mirati risulta più rilevante per l’utente, rafforzando il legame con i contenuti e, di conseguenza, con il servizio stesso.
Questo approccio personalizzato apre anche opportunità di upselling. Comprendendo il livello di coinvolgimento dell’utente e le sue preferenze, i servizi OTT possono proporre offerte premium nel momento più opportuno. Se un utente cerca spesso documentari in alta definizione, potrebbe essere interessato a un piano di streaming in 4K o a un pacchetto dedicato ai documentari.
Allo stesso modo, se l’interesse di un utente inizia a diminuire, le piattaforme possono attivare campagne mirate alla retention. I dati comportamentali possono segnalare un calo dell’attività, permettendo interventi tempestivi come suggerimenti personalizzati basati sulle preferenze passate o sconti su rinnovi di lungo periodo.
L’uso efficace dei dati comportamentali ha un impatto diretto sia sul fatturato che sulla fidelizzazione. Le campagne marketing diventano più efficienti, rafforzano il rapporto con gli utenti e trasmettono un senso di attenzione personalizzata. Il risultato finale è un incremento nella retention e nella conversione verso nuove offerte, consolidando i ricavi e la fedeltà degli abbonati alla piattaforma OTT.
INFO: www.npaw.com
NPAW è distribuita in Italia da CVE, Communication Video Engineering
INFO: HTTPS://www.cve-italy.com
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